Giustizia tributaria, al via le riforme con il nuovo Pnrr
Roma – Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), approvato dal Parlamento lo scorso 27 aprile, rappresenta per l’Italia un’opportunità di reazione alla crisi pandemica che devono essere pianificate con standard accurati e professionali.
Il Recovery plan contiene, infatti, programmi di sviluppo di portata e ambizione inedite, articolati in 6 macro “missioni” (digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione e coesione; salute) e ampi progetti di riforme che accompagnano le linee di intervento, in sintonia con le raccomandazioni dell’Unione europea.
Le riforme definite “orizzontali” o “di contesto” sono quattro:
- pubblica amministrazione
- giustizia
- semplificazione della legislazione
- promozione della concorrenza.
Nell’ambito del settore giustizia, che comprende un capitolo dedicato al contenzioso tributario, obiettivo fondamentale è la riduzione del tempo del giudizio, dove si registrano medie del tutto inadeguate.
Il contenzioso tributario rappresenta un settore cruciale di impatto sulla fiducia degli operatori economici e gli interventi mirano a ridurre il numero di ricorsi alla Corte di cassazione, farli decidere più speditamente e in modo adeguato.
In particolare:
- sotto il profilo quantitativo, il contenzioso tributario è una componente molto importante dell’arretrato accumulatosi in Cassazione, nonostante gli sforzi profusi sia dalla sezione specializzata, sia dal personale ausiliario
- sotto il profilo qualitativo, le decisioni adottate dalla suprema Corte comportano molto spesso l’annullamento di quanto è stato deciso in appello dalle commissioni tributarie regionali
- sotto il profilo temporale, i tempi di giacenza dei ricorsi in Cassazione sono in alcuni casi lunghi, aggiungendosi alla durata dei giudizi svolti nei due precedenti gradi di giudizio.
Per realizzare l’ambizioso progetto di snellimento il Piano assicura, innanzitutto, un migliore accesso alle fonti giurisprudenziali mediante il perfezionamento delle piattaforme tecnologiche e la loro piena accessibilità da parte del pubblico. Inoltre, ipotizza di introdurre il rinvio pregiudiziale per risolvere dubbi interpretativi, per prevenire la formazione di decisioni difformi dagli orientamenti consolidati della Corte di cassazione.
Per lo smaltimento dell’ingente arretrato presso la Corte di legittimità, sono stati proposti il rafforzamento delle dotazioni di personale e adeguati incentivi economici, segnatamente per il personale ausiliario.
Il ministro della Giustizia, di concerto con il ministro dell’Economia e delle Finanze, hanno costituito una commissione di studio che si avvale del contributo di qualificati esperti, chiamata a elaborare proposte di interventi organizzativi e normativi per deflazionare e ridurre i tempi di definizione del contenzioso tributario
Rispetto ai tempi di attuazione della riforma, si stima che le leggi delega possano essere adottate entro la fine del 2021 e i decreti attuativi entro la fine del 2022. Si può, inoltre, ipotizzare che entro la fine del 2023 possano essere adottati anche gli eventuali ulteriori strumenti attuativi (decreti ministeriali e/o regolamenti).