Ristorazione, al via le domande per i contributi a fondo perduto causa covid
ROMA – In partenza il primo dei contributi a fondo perduto 2022 per i settori che hanno subìto particolari restrizioni causate dall’emergenza Covid-19: le novità in un provvedimento firmato ieri, dal direttore dell’Agenzia, Ernesto Maria Ruffini, che dà il via al contributo per la ristorazione collettiva previsto dal decreto “Sostegni-bis”, con apertura delle domande dal 6 giugno fino al 20 giugno. Il provvedimento approva, inoltre, il modello per le istanze definendone contenuto, tempi e modalità di compilazione.
Il contributo è stato istituito dall’articolo 43-bis del Dl n.73/2021, introdotto dalla legge di conversione n. 106/2021, con il quale sono state stanziate risorse finanziare per 100 milioni di euro da destinare per il ristoro delle attività di mense e catering danneggiate dall’emergenza Covid-19.
Il successivo decreto del ministero dello Sviluppo economico di concerto con il ministero dell’Economia e delle finanze del 23 dicembre 2021 ha individuato la platea dei beneficiari, i requisiti richiesti e le modalità di ripartizione dei fondi. All’Agenzia delle entrate è affidata la gestione delle istanze di accesso, la ripartizione proporzionale dei fondi e l’erogazione del contributo.
Di cosa si tratta
Il “contributo ristorazione collettiva” è destinato alle imprese che svolgono servizi di ristorazione definiti da un contratto con un committente – pubblico o privato – per la ristorazione non occasionale di una comunità delimitata e definita, quale ad esempio scuole, università, uffici, caserme e strutture ospedaliere, assistenziali, socio-sanitarie e detentive.
Si tratta dei soggetti la cui attività è individuata dai codici Ateco 2007 56.20.10 “Mense” e 56.29.20 “Catering continuativo su base contrattuale”, i cui ricavi dell’anno 2019 devono essere stati generati per almeno il 50% dai corrispettivi derivanti dai contratti di ristorazione collettiva.
Il danno da emergenza Covid-19 deve essersi concretizzato in un calo minimo del 15% tra i ricavi dell’anno 2019 rispetto e quelli dell’anno 2020. Per i contribuenti che hanno attivato la partita Iva nel corso del 2019, il raffronto avviene tra il fatturato e i corrispettivi intercorrenti tra l’attivazione e la fine dell’anno 2019 e il fatturato e i corrispettivi del corrispondente periodo dell’anno 2020.
Per poter accedere al contributo, alla data di presentazione dell’istanza le imprese devono inoltre avere sede legale o operativa nel territorio italiano, risultare iscritte e attive nel Registro delle imprese tenuto presso la Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura, non essere in liquidazione o sottoposte a procedure concorsuali e non essere già in difficoltà al 31 dicembre 2019 o, se lo erano, non aver ricevuto aiuti per il salvataggio.
Il contributo a fondo perduto è precluso ai soggetti destinatari di sanzioni interdittive ai sensi dell’articolo 9, comma 2, lettera d), del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231 o che si trovano in altre condizioni previste dalla legge come causa di incapacità a beneficiare di agevolazioni finanziarie pubbliche.