Roma – Il D.L. 19 maggio 2020 n. 34 (Decreto Rilancio) ha introdotto dei nuovi crediti d’imposta per le imprese
e apportato delle modifiche ad alcune agevolazioni esistenti. L’intento del legislatore è stato quello di
sostenere le imprese nei loro sforzi economici, non a caso, le agevolazioni di cui parliamo vengono
riconosciute ai beneficiari che hanno posto in essere un determinato investimento.
Il Piano Nazionale Imprese 4.0 che è senz’altro il più importante piano di incentivi, varato dal governo negli
ultimi anni e volto a sostenere la ricerca e sviluppo, la brevettazione, l’innovazione e la digitalizzazione delle
aziende, rappresenta una grande occasione per quest’ultime di cogliere le opportunità legate alla quarta
rivoluzione industriale.
Ma che cos’è il credito d’imposta?
Il credito d’imposta, non va assolutamente confuso con il finanziamento che permette al richiedente di
ricevere liquidità per sostenere una spesa o un investimento, è un qualunque credito che il contribuente
vanta nei confronti dello Stato. Il credito d’imposta può essere utilizzato per compensare eventuali debiti
dell’azienda nei confronti dell’erario, per il pagamento dei tributi e, se ammesso, se ne può chiedere il
rimborso nella dichiarazione dei redditi.
Il valore del credito d’imposta varia a seconda delle disposizioni del bando. Il Ministero, le Regioni o qualsiasi
altro ente (il Comune, l’Inail, Inps e altri soggetti di diritto pubblico) può decidere sia la percentuale del
credito d’imposta, sia il tetto di spese su cui calcolarlo.
Prima di acquistare un qualsiasi macchinario o avviare un progetto di ricerca&sviluppo è necessario leggere
accuratamente il bando nella sezione “spese assimilabili” per essere sicuri di poter inserire il credito
d’imposta nella dichiarazione dei Redditi.
Come calcolare il credito d’imposta?
Un esempio pratico aiuta a capire meglio come fare.
Credito d’imposta pari al 30% fino a spese per 700.000 euro.
Se l’azienda ha speso 600.000 euro per beni che rientrano tra le spese ammissibili del bando, allora vuol dire
che ottiene un credito d’imposta pari a 180.000 euro (30% di 600.000) da utilizzare per scontare vecchi debiti,
abbassare tasse oppure chiedere un rimborso nella dichiarazione dei redditi.
Ma quali sono le agevolazioni per le imprese introdotte dal Decreto Rilancio?
In particolare, le agevolazioni per le imprese contenute nel Decreto Rilancio sono le seguenti:
– Credito d’imposta per i canoni di locazione degli immobili ad uso non abitativo e affitto d’azienda
(art. 28);
– Credito d’imposta per l’adeguamento degli ambienti di lavoro (art. 120);
– Cessione dei crediti d’imposta riconosciuti per l’emergenza da Covid-19 (art. 122);
– Riscrittura con estensione del credito d’imposta sanificazione (art. 125);
– Modifica del credito d’imposta per gli investimenti pubblicitari (art. 186);
– Agevolazioni per l’editoria: credito d’imposta per l’acquisto della carta dei giornali (art. 188);
– Agevolazioni per l’editoria: credito d’imposta per i servizi digitali (art. 190);
– Credito d’imposta per le attività di ricerca e sviluppo nelle aree del Mezzogiorno (art. 244);
Lo studio legale Antonaci offre assistenza sull’accesso a tali agevolazioni
Al momento in cui scriviamo, i crediti d’imposta in fase di rendicontazione di cui ci occupiamo possono essere
ricondotti al seguente elenco:
– Credito d’imposta per la ricerca e lo sviluppo;
– Credito d’imposta per investimenti del mezzogiorno;
– Credito d’imposta per investimenti pubblicitari;
– Credito d’imposta per investimenti 4.0 (ex iper ammortamento);
– Credito d’imposta per la formazione 4.0;